Ah, che lagnosi questi traduttori, vogliono sempre che si citi il loro nome nelle recensioni. Adesso hanno persino aperto una pagina su Facebook per raccogliere le segnalazioni delle recensioni che escono senza il nome del traduttore. Qualcuno deve averli addirittura convinti che esista una legge che lo impone, una fantomatica "Legge n. 633 del 22 aprile 1941", che all'Art. 70, Comma 3 direbbe: "Il riassunto, la citazione o la riproduzione debbono
essere sempre accompagnati dalla menzione del titolo dell'opera, dei
nomi dell'autore, dell'editore e, se si tratti di traduzione, del
traduttore, qualora tali indicazioni figurino sull'opera riprodotta."
Se andate su quella pagina Facebook e magari cliccate su "mi piace" (grazie!), vedrete che da qualche parte c'è anche il mio nome, che è misteriosamente scomparso da svariate recensioni di Di cosa parliamo quando parliamo di Anne Frank.
Per fortuna, però, qualcuno se lo è ricordato.
Se andate su quella pagina Facebook e magari cliccate su "mi piace" (grazie!), vedrete che da qualche parte c'è anche il mio nome, che è misteriosamente scomparso da svariate recensioni di Di cosa parliamo quando parliamo di Anne Frank.
Per fortuna, però, qualcuno se lo è ricordato.
Evviva! A parte che Englander è uno scrittore con i controfiocchi (letto in originale per lavoro), ma quella è un'altra storia. Tu resti comunque un portento, mia Silvietta, e lui non poteva che riconoscerlo.
RispondiEliminaGrazie cara! :-)
EliminaE bravo Nathan!
RispondiEliminaAnche lui traduce, quindi sa cosa vuol dire...
EliminaDevo ammettere che ho cominciato a riflettere sul lavore del traduttore solo quando ho cominciato (per il mio esame di Letteratura Francese) a leggere in francese libri che avevo gia' letto ma nella traduzione italiana. Forse e' una mancanza di familiarita' con le lingue straniere che spinge la maggioranza dei lettori e giornalisti italiani a non interrogarsi sul nome del traduttore?
RispondiEliminaIntanto, adesso che vivo in Irlanda, ogniqualvolta si discute con il mio bookclub un libro straniero, c'e' sempre qualcuno che commenta sul fatto che il libro sia stato tradotto in American o British English...
Mi sembra un'interpretazione plausibile, la tua.
EliminaEd è molto interessante questo dibattito sulla traduzione in American vs. British English.
Come ho gia' detto precedentemente i traduttori fanno o disfano un libro. A me e' capitato di leggere Three Junes, la storia in se non non era male, pero' l'ho trovato poco engaging, la scrittura era un po' lenta. Tutte le mie amiche che l'hanno letto in italiano l'hanno trovato bello e avvincente.
RispondiEliminaNon ho idea di chi l'abbia tradotto, pero' deve aver fatto proprio un bel lavoro!
Eccole qua: Caterina Barboni e Giovanna Scocchera!
EliminaThe amazing Silvia Pareschi...!
RispondiElimina;o)
A me nessuno mi ha mai detto "amazing"!
Complimenti e continua con la tua giusta battaglia.
Non è merito mio, ma di Andrea Rényi, che ha cominciato a raccogliere firme da mandare ai giornali e ha aperto questa pagina su feisbuc.
EliminaSena contare che a volte ci sono libri che devono la loro fortuna ai traduttori...!
RispondiEliminaTanti tantissimi!
EliminaTie'. Posso vantarmi di conoscerti? :D
RispondiEliminaProprio così: tiè!
EliminaGià 303 adesioni (in appena 48 ore)! In questi casi benedico Fb:-) Per favore, segnala tutte le omissioni del tuo nome, a me sfuggiranno sicuramente molte, perché non riesco a fare lo spoglio di tutti i giornali e di tutti i blog.
RispondiEliminaGrazie Andrea! Ci proverò a segnalarle, anche se dopo un po' mi sento un tantino troppo autoreferenziale... preferisco segnalare le omissioni dei nomi altrui. Anche questo tweet di Nathan, sai, non avevo mica intenzione di pubblicarlo, però a un certo punto mi sono stufata e ho pensato proprio come ha scritto Lucy qui sopra: tiè.
EliminaUn bel "mi piace" non me lo leva nessuno. Fatto!
RispondiEliminaGrazie!
EliminaYeaaahhh, anch'io mi vanto di conoscerti!!!! Mitica!!!
RispondiElimina:-DD Grazie Titti, sono all'aeroporto (mitico SFO con wireless gratis). Ci sentiamo dall'Italia!
EliminaOh yeahhhhhhh, corri aereo corri!!!!!!!
Eliminasono soltanto una lettrice accanita e non un'esperta del settore, ma ho imparato a rispettare il lavoro dei traduttori da quando al liceo compresi come era stato tradotto Melville da Pavese...per cui grazie a tutti voi traduttori!
RispondiEliminaSe le lettrici e i lettori come te si ricordano di noi, il più è fatto! :-)
EliminaBuon viaggio, ho likato anch'io!
RispondiEliminaGrazie, i like crescono a vista d'occhio. Speriamo che continuino!
EliminaAmazing Silvia, ogni tanto ci vuole qualcuno che riconosca il valore di ciò che fai... e che ti tiri su il morale per tutto il resto! E bravo Englander, già mi stava simpatico prima ;-) Buon rientro e bentornata nell'atmosfera lacustre :-D
RispondiEliminaE noi ci vediamo presto, spero!
EliminaMi chiedo dove sia l'immane fatica nell'aggiungere una parentesi su editore e traduttore. Tutta questione di abitudine, secondo me, e fate bene a battervi per questo vostro diritto!
RispondiEliminaE' proprio questo l'interrogativo più inquietante: dov'è l'immane fatica? Mah!
EliminaHai perfettamente ragione...sono pienamente d'accordo con te, scrivere il nome è il minimo che si possa fare per il riconoscimento di una professione tanto difficile e importante.
RispondiEliminaCredo che sia un lavoro complesso e impegnativo, che da l'opportunità a tante persone di scoprire autori e opere bellissime, altrimenti di difficile fruibilità.
Per ciò che può contare non finirò mai di ringraziare te e tutti i tuoi colleghi per il grande lavoro che fate, e in particolare te, visto la tipologia di autori che traduci.
Grazie!
Grazie a te! I lettori attenti (oltre agli autori attenti) sono una bella consolazione rispetto ai giornalisti disattenti.
EliminaSacrosanto. Lo scrissi tempo fa come la penso e per fortuna il Giappone e' assai civile in questo senso. Proprio di recente ho iniziato a collaborare con alcuni traduttori che accompagnano la lingua italiana in giapponese ed e' una gioia partecipare a quell'operazione di "fragile trasporto". Tabucchi, Pirandello, Celati. In questi mesi ti ho pensata spesso.
RispondiEliminaAh, grazie davvero per il tuo ultimo lusinghiero commento sul blog. Purtroppo non dipende da me. La casa editrice deve notare e interessarsi. Io posso solo continuare a scrivere in attesa della chiamata. :)
Buon lavoro e avanti tutta!
Ah, ma ne parliamo... purtroppo Tokyo è probabilmente saltata come meta del nostro fantomatico viaggio di nozze (che ci aspetta da un anno e mezzo), però... restiamo in contatto!
EliminaViva i traduttori!
RispondiEliminaVive les traducteurs!
Long live the translators!
Lang lebe die Übersetzer!
Larga vida a los traductores!
Да здравствует переводчиков!
Tegyvuoja vertėjus!
ロングトランスレータを生きる!
Viva os tradutores!
Elagu tõlkijad!
萬歲翻譯!
etc. :-)
Rose, sei un vero tesoro! :-)
EliminaPer contribuire alla causa, recentemente io e il marito abbiamo creato un breve video in stop-motion. Se vuoi, lo trovi su youtube cercando "Texts don't translate themselves" (non metto il link perché magari viene preso per spam). Lo abbiamo realizzato per un contest, probabilmente non vincerà il premio ma poco importa: nel suo piccolo, è diventato un po' "virale" e l'importante è che il messaggio giri.
RispondiEliminaGrazie per la segnalazione della pagina FB, si è meritata il mio like.
Ma è bellissimo! Conosco il concorso, ne avevo parlato anche qui.
EliminaPer domani ho un altro post pronto, ma dopodomani posso postarlo sul blog?
Ma certo, sarebbe un onore!
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