giovedì 11 aprile 2013

Quella volta che incontrai Vandana Shiva

Visto che ieri si è parlato di lei per la sua apparizione televisiva, vi racconterò di quella volta che l'ho conosciuta.

Era il mio periodo internazionalista-no-global. Ero appena tornata da un viaggio di tre settimane in Chiapas con zaino e pochi soldi, sulle orme del già inflazionatissimo Comandante Marcos ma ispirata soprattutto dalla mia idola Vandana Shiva. L'idea era quella di scrivere qualcosa sulla resistenza dei contadini locali alle corporation (in particolare all'orrida Monsanto), e anche quella di incontrare il fascinoso agronomo cooperante con cui avevo corrisposto per prepararmi al viaggio. Ero tornata a casa con una magnifica - anche se non facile, causa vendetta di Montezuma e generici problemi a cui va incontro una donna che viaggia sola e squattrinata in un paese povero - esperienza, e con un nulla di fatto sul fronte della scrittura e dell'agronomo. In realtà poi ci avrei scritto sopra un racconto, ma quella è un'altra storia. Magari un giorno lo pubblicherò.
Anzi, eccone un breve estratto per proseguire con la storia del mio incontro con Vandana:

"Qualche mese dopo ricevetti un’e-mail da Sergio [il fascinoso agronomo], che informava tutti gli interessati del suo imminente arrivo in Italia. Di lì a una settimana avrebbe infatti partecipato a una fiera gastronomica internazionale [Terra Madre a Torino], dove avrebbe cercato di vendere il caffè prodotto da una cooperativa zapatista. (...) Lo stand di Sergio era proprio davanti all’ingresso della fiera: appena varcai la soglia lo vidi davanti a me, in tutto il suo splendore rivoluzionario. Sembrava molto contento di vedermi, e io, tutta emozionata, mi precipitai a dimostrargli la mia devozione alla causa comprando dieci pacchi di caffè del Chiapas per la somma esorbitante di ottanta euro ('Per i regali di Natale,' dissi con un risolino ebete. Erano i primi di ottobre)."

Mentre trascinavo la mia provvista di caffè verso l'uscita, m'imbattei nello stand di
Navdanya, l'organizzazione della mia idola. Subito mi precipitai a comprare sacchi e sacchi di riso super equo e super solidale, e mentre sceglievo beata anche un bel poster (che ancora campeggia tutto sbiadito sul mio frigo) mi sembrò di avere una visione. Ma non era Vandana quella laggiù, dietro una tenda nel retrobottega dello stand? "Sì," mi dissero, "è proprio lei. Molti sacchi di riso si sono aperti durante il trasporto, e Vandana sta rifacendo i sacchetti da mettere in vendita." "Posso...?" "Ma certo." E così mi avvicinai a quella donna fantastica che stava facendo un lavoretto umile nel retrobottega dello stand, e le dissi che l'amavo, e che ero andata in Chiapas ispirata da lei, per vedere se i soprusi che lei denunciava esistessero anche in quella parte del mondo. Lei mi guardò, sorrise dolcemente al mio sproloquio e scuotendo piano la testa come fanno gli indiani disse: "Ma certo, esistono dappertutto." E poi ricominciò a mettere il riso nei sacchetti. 

31 commenti:

  1. Fantastico! La tua testimonianza dice molto sulla persona. Penso che custodirai questo ricordo con cura.

    Non ho visto la puntata di Ballarò (e chi ce la fa più...) ma le immagini nel post di Giovanna Cosenza di cui hai messo il link (e le sue parole) fanno molto riflettere sulla "qualità" delle persone in questione (Vandana Shiva e Davide Serra). Io so da chi comprerei un'automobile usata (semmai avessi intenzione di comprare un'automobile...). Temo però che non sia così per tutti e che l'immagine ancora "vincente" sia per molti ancora quella dell'arroganza del profitto a tutti i costi raffigurata da Serra. O forse no?...

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    1. Lo custodisco sì, anche se allora ero quasi più interessata all'agronomo che a lei...

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  2. Ho visto il suo intervento solo su youtube - non ce la faccio più a seguire i talk show -, e mi è piaciuto molto. Come la tua esperienza personale con lei, dolcissima, spontanea. Questi incontri sono il sale e il carburante della vita, anche se a volte, anni dopo, il messaggio dei nostri "idoli" non sono più vivi e attuali.

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  3. guardarsi sempre dagli agronomi fascinosi io me ne sono accattata uno 33 anni fa e sono ancora là invischiata,se poi sono rivoluzionari temo sia ancora più estraneante come situazione; per quanto riguarda i Grandi è sempre così: si interessano delle cose piccole con lo stesso trasporto che mettono nelle cause planetarie

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  4. Che bello questo post che mischia un racconto personale e riflessioni generalizzabili. Come siamo idealiste un po' sprovvedute (verissima la riflessione sul fatto che le ingiustizie ci siano ovunque, e che spesso il nostro sguardo si fermi così lontano da non vedere che capita vicino casa) e dall'innamoramento facile per affascinanti venditori di immagini.

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    1. Uh, sì, sprovvedutissime! Però se non ci innamorassimo così facilmente non avremmo più nulla da raccontare!

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    2. Verissimo, dopo aver inviato questo commento ho esattamente pensato: "però ci saremmo perse perle della letteratura se non avessimo questo istinto kamikaze di innamorarci dell'immagine di un uomo prima di conoscerlo..." e tu e i tuoi colleghi lavorereste meno, quindi: bene così! :)

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  5. Trovo che queste persone siano grandi anche nella loro semplicità e sono veramente contenta che tu abbia avuto la possibilità di parlarne. Sono incontri che arricchiscono e che non si dimenticano facilmente. Di lei mi colpì la frase: "Il corpo obeso del bambino americano e lo scheletro di quello africano sono il prodotto dello stesso sistema".
    Visto che conosci l'inglese, sullo stesso argomento, se vuoi posso consigliarti un giallo, scritto da una giornalista indiana che ha parlato degli OGM.
    Bye&besos

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    1. Sì, grazie! Come s'intitola il giallo?

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    2. Death of Moneylender , qualche notizia la trovi qui: http://gialli-e-geografie.blogspot.it/2012/02/kota-neelima-e-lindia-vera-bellezza.html, credo che tu non dovresti avere difficoltà a trovarlo.
      Bye&besos

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  6. Ahah, 80 euri di caffè...ma il fascinoso rimase tutto d'un pezzo? :)

    Due ragazzi indiani sono stati per alcuni anni miei colleghi, ed io ero terribilmente attratta dalla loro calma che emanava una pace interiore invidiabile. Sarà davvero nel loro dna?

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    1. Ah, finalmente qualcuno che mi chiede notizie dell'agronomo! Cominciavo a temere che tutti mi prendessero sul serio. Certo, tutto d'un pezzo, manco un eunuco sarebbe rimasto così indifferente.

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  7. Non ho visto Ballarò, non conoscevo Vandana Shiva, né tantomeno ( ahimè) l'agronomo fascinoso. Il tuo racconto mi fa capire che mi sono persa molto. Ballarò continuerò tranquillamente a non vederlo, ma per Vanadana e l'agronomo cercherò di rimediare!

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    1. Vandana vale assolutamente la pena, garantisco.
      Quanto a Ballarò fai benissimo, io ho l'scoperto da feisbuc che Vandana c'era andata, mica perché l'avevo vista sulla tivvù che non ho.

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  8. Ma questo fascinoso agronomo era davvero fascinoso? (E non mi riferisco solo al fascino dei suoi ideali)

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    1. Uhm... ecco come lo descrivevo in un altro brano del racconto:
      "Sergio aveva i capelli come un campo di stoppie dopo un tornado ed era un po’ irsuto e forse neanche pulitissimo, ma nel complesso non era affatto male, se non altro aveva proprio quell’aria da romantico rivoluzionario che gli avevo attribuito nei miei sogni."

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  9. Io amo Vandana Shiva. Come anch'io compr(av)o il caffè equo e solidale ... Ora sono più rassegnata (e ho anche meno soldi). Però a certe idee continuo a essere tenacemente legata. Grazie di questo post.

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    1. Eh, il caffè E&S oggi costa anche più di quello dell'agronomo, ma io finché posso lo compro ancora. Ormai ho quasi finito le scorte del 2002...

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    2. se posso: in Italia costa veramente poco, siamo sui 3€ e poco più a pacchetto con AltroMercato e simili e ora si trovano anche nella grande distrubuzione, spesso con "marcasupermecato&fair trade", di buona qualità. :) Accessibilissimo!

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    3. Qui alla carissima coop costa 4 euro, che non è poco, però io lo trovo anche più buono degli altri.

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  10. ...hai risvegliato la mia voglia di andare in Chiapas!
    Vandana Shiva è venuta qui nel profondo Sud d'Italia tre anni fa...quella donna m'incantò e leggendo il tuo post mi sono ricordata di quel giorno.

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    1. Benvenuta Chandana! Il Chiapas è un posto molto affascinante, o almeno lo era dieci anni fa, quando ci andai. Tra un po' pubblicherò tutto il racconto, che non parla solo dell'agronomo, ma anche del viaggio :-)

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    2. Non vedo l'ora di leggerlo!!Buona domenica :)

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  11. L'imperturbabilita' degli indiani e' spiazzante, e' davvero cosi' allora!

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  12. Va beh allora dillo che hai aperto un blog solo per fare invidia a me, ormai l'ho capito! Prima di finire di leggere il post avevo già immaginato la reazione di Vandana, me la immagino così, una persona che infonde serenità anche se si batte con forza tutti i giorni. Deve essere stato proprio bello vedere il suo sorriso dal vivo.
    Riguardo all'agronomo, ti avrà anche motivato più della causa zapatista, ma sarà stato sicuramente più formativo che se ti innamoravi di un manager della fiat!

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    1. Guarda, proprio ieri sera stavo cercando di sistemare un po' il racconto del Chiapas per pubblicarlo qui, e non riesco a credere di aver dato così tanto spazio a quel martufo di agronomo anziché raccontare le mie avventure fantozziane in terra zapatista. L'agronomo era solo una scusa!

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  13. Non vedo l'ora di leggere il racconto perché contiene due ingredienti che mi stanno a cuore: il Chiapas (che ho visitato solo in sogno...) e Vandana Shiva (immagino l'emozione di incontrare questa donna straordinaria!) e poi un po' di gossip-curiosità agronoma non guasta mai!

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