Sulla via del ritorno faccio tappa a New York, come sempre generosamente ospitata a casa dei suoceri, e per qualche giorno mi godo la mia città preferita. Mi basta camminare per la strada per ricordarmi perché qui sto bene. Qui le persone ti guardano, ti parlano, riconoscono la tua esistenza, nel bene e nel male. Se perdo la mia MetroCard sul sedile della metropolitana c'è subito una ragazza che si sbraccia davanti a me per farmelo notare. Mi vengono subito in mente paragoni penosi con la città da cui sono partita, con la sua bolla sterile di isolamento tecnologico e politically correct. Ma non voglio infierire.
Ecco invece qualche immagine di Central Park in primavera
Qui invece siamo a East Harlem. Sotto la linea sopraelevata della metropolitana c'è un signore che alleva galline e ha un piccolo caffè nel suo giardino urbano. In questa zona ci sono ci sono combattimenti di galli (illegali, naturalmente), e ogni tanto qualcuno gli butta dentro un gallo. Un paio di anni fa qui vicino c'è stata una terribile esplosione, e uno di questi galli salvò la vita a un paio di persone.
La pubblicità di un siliconatore di tette fa incazzare le donne newyorkesi
Ieri sera sono andata a una serata con la grande scrittrice Edna O'Brien, presentata da Colum McCann. Che donna straordinaria! Il suo libro dovrebbe uscire tra poco in Italia: non perdetevelo.