venerdì 25 marzo 2011

L'ultima sul cibo e poi basta

Insomma, sarà che il soggiorno forzato comincia a innervosirmi, sarà che sono una nazionalista culinaria, però mi sono proprio stufata degli americani che credono di conoscere il cibo italiano meglio degli italiani. Ieri ho letto un articolo del NYT sul libro "Italian, My Way" (il titolo è già tutto un programma) di Jonathan Waxman, proprietario e cuoco del ristorante Barbuto, a New York. L'articolo è costellato di perle tipo queste:
-  "Then he heard the siren call of spaghetti." ["Poi udì il canto di sirena degli spaghetti"]
-  "His friend Tom Colicchio notes in the foreword to the book that in the way Mr. Waxman handled ingredients, 'Jonathan has always been, without talking about it and maybe without realizing it himself, an Italian chef.'" ["Il suo amico Tom Colicchio osserva nell'introduzione al libro che, nel suo modo di usare gli ingredienti, 'Jonathan è sempre stato, senza parlarne e forse senza neppure rendersene conto, uno chef italiano'"]
-  "'It was in my blood,' Mr. Waxman said. 'This was the food I was comfortable with, especially the Italian food of Venice and Liguria.'" ["'Ce l'avevo nel sangue', disse Mr Waxman (il cui cognome tradisce evidenti origini italiane, aggiungo io). Quello era il cibo con cui mi sentivo a mio agio, soprattutto la cucina italiana di Venezia e della Liguria'"]
-  His refreshingly offhand, often irreverent voice is certainly there. Here’s how he introduces his recipe for gnocchi with spring vegetables and basil: 'I’ve never liked the renditions of gnocchi that I’ve eaten in Italy and America. They were always gummy, covered with béchamel or another yucky sauce.'" ["La sua è una voce gradevolmente alla buona, spesso irriverente. Ecco come presenta la sua ricetta degli gnocchi al basilico e verdure di primavera: 'Gli gnocchi che ho assaggiato in Italia e in America non mi sono mai piaciuti. Erano sempre gommosi, coperti di besciamella o di qualche altra salsa disgustosa.'"  Besciamella? Salsa disgustosa? Ma si può sapere dove ha mangiato gli gnocchi in Italia, il signor Waxman?]
-  E infine ecco la sua magistrale ricetta per gli gnocchi, tanto più buoni di quelli italiani disgustosamente coperti di besciamella:
"As for those gnocchi, the recipe was a happy accident. Justin Smiley, one of his chefs, froze a batch of gnocchi. But Mr. Waxman needed some right away, so he threw the frozen gnocchi into a pan with butter and oil, browned them and tossed them with vegetables. Bingo!" ["Quanto agli gnocchi, la ricetta è nata per un caso fortunato. Justin Smiley, uno dei suoi chef, aveva surgelato un vassoio di gnocchi. Ma a Mr Waxman servivano subito, così buttò gli gnocchi surgelati in padella con burro e olio, rosolandoli e mescolandoli con le verdure. Bingo!"]
Bingo?!?

6 commenti:

  1. tanto mi ispira quella fotina in alto a sinistra quanto non mi ispira questa ricetta di gnocchi surgelati buttati nel burro! :-/

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  2. Gli gnocchi surgelati buttati nel burro sono un abominio! Fonderò un comitato per la salvaguardia del cibo originale italiano (esisterà già senz'altro)!

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  3. Proprio ieri sulla NPR radio Terry Gross intervistava il tizio che ha scritto il libro :
    How Italian Food Conquered the World”
    interessante presa d'atto

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  4. Facciamo un magnesia San Pellegrino party??? Ovviamente gusto mandarino, ci innaffiamo gli gnocchi di mr Waxman che, si sa, so' la morte sua!:pp

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  5. Silvia, hai scoperto solo una delle molte "perle" del sapere culinario americano sulla cucina Italiana...Ora ti consiglio di leggere i libri dell'insopportabile Mario Batali, un cultore di stazza bovina del cibo "gourmet" (famose le sue meat balls!! ah!ah!), e un'autorita' in materia: oltre a scrivere libri best sellers, gestisce una catena di ristoranti e compare in TV con celebrities. Se poi non sei ancora "sazia", allora puoi sempre rifarti con i "deliziosi" libri di Giada De Laurentis, privilegiata nipotina del magnate Dino, tanto innammorata della cucina del "suo" paese (ma quando l'ha visto? dalla sua villa di capri?) che compare sulla copertina di tutti i suoi famosi libri di cucina con il suo sorriso fintissimo e l'abitino attillato, perfetta "casalinga" miliardaria!!!!

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  6. Ma almeno Batali e De Laurentis sono italiani (uh, in tema di cibo sono proprio nazionalista, eh?)!
    Comunque il succo è che qui c'è un terreno ancora (incredibilmente) semivergine da sfruttare. Perché secondo me quando una cosa è buona se ne accorgono tutti, e infatti l'unico ristorante italiano vero che ho provato qui (l'unico accessibile per me, perché gli altri o sono smaccatamente falsi - la prima prova? gli errori nel menù - oppure sono cari che ti staccano la pelle di dosso) è sempre strapieno.

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