mercoledì 1 febbraio 2012

Che lavoro fa l'1%?

Un paio di settimane fa, il NYT ha pubblicato un'interessante tabella interattiva intitolata The Top 1 Percent: What Jobs Do They Have?, grazie alla quale è possibile scoprire quali sono i mestieri più ricchi d'America.


La grandezza dei rettangoli indica quante persone in quella categoria si trovano nel "top 1%" (per esempio, la professione del manager risulta - naturalmente - quella con più membri che rientrano nell'1%), mentre il colore indica la percentuale di impiegati in una specifica professione che si trovano nel "top 1%" (più chiaro = meno dell'1%, più scuro = più del 20%).

Risulta così che le top professioni sono: 
Lawyers - Security, commodity brokerage and investment companies: 29.3% in the top 1%
Physicians - Offices and clinics of physicians: 27.2% in the top 1%
Chief executives and public administrators - Security, commodity brokerage and investment companies: 24.4% in the top 1%

Gli scrittori sono al 2.2%, gli artisti all'1,2% (i traduttori naturalmente non esistono).

18 commenti:

  1. Una categoria misconosciuta, la vostra.
    Eppure, come altri lavori che si prendono per scontati, siete stati essenziali... dalla stele di Rosetta in poi. :-)

    (questa cosa di 'provare che non sono un robot' è carinissima. Non l'avevo mai vista in questi termini.)

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    1. Cara Rose, preferisco non entrare qui nell'annosa questione del traduttore misconosciuto. Però voglio citare un brano da una bozza di lettera che proprio stamattina sta circolando su facebook. L'ha scritta la traduttrice Andrea Rényi ed è indirizzata ad Alessandro Baricco, che cura sulla Repubblica la rubrica sui cinquanta libri migliori da lui letti negli ultimi dieci anni:

      "Con rammarico abbiamo notato infatti, che nella pagina del 29 gennaio, dedicata a "Go down, Moses" di William Faulkner (Einaudi, 2002), è giustamente riportato il nome dell'autrice della prefazione, Nadia Fusini, il nome dell'illustratore, Manuele Fior, e persino il copyright della foto che la ritrae, LesAmp&rsands, ma manca completamente il riferimento al traduttore, Maurizio Ascari.
      Come ben saprà, i libri non si traducono da soli e la traduzione, che per il traduttore significa spesso molti mesi di impegno onnicomprensivo - intellettuale, spirituale, psicologico e anche fisico - determina il successo (e, purtroppo, qualche volta anche l'insuccesso) di un autore e di un'opera nella lingua di arrivo. Il suo nome di autore sì invisibile ma fondamentale dovrebbe accompagnare sempre quello dell'autore del testo originale."

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    2. Parole sante. Che si può fare?

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    3. Mah, noi traduttori vigiliamo e segnaliamo i casi eclatanti come questo. Per chi volesse scrivere alla Repubblica per dire "ehi, non sapevo che questo scrittore sapesse così bene l'italiano!", l'indirizzo è: larepubblica@repubblica.it
      Grazie!

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    4. Non sono riuscita a trovare la faccenda su Repubblica. La lettera della Rényi era pubblicata lì? Grazie. :-)

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    5. Andrea l'ha spedita oggi, con 175 firme di traduttori. Se ci saranno evoluzioni vi terro' al corrente. Altrimenti magari la pubblichero' comunque nei prossimi giorni. E grazie ancora per l'interesse :-)

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  2. il grafico mi ricorda quelli di McCandless...

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    1. McCandless chi? Quello che è morto di fame? Mi sembra perfetto! ;-)

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    2. sai quello che è diventato famoso per questi grafici "che parlano", ha scritto un paio di libri (Data is beautiful il primo), e poi è finito anche su TED....non mi posso immaginare come sia tradurre un libro tutto fatto di grafici...

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    3. Ah, che bello, adesso me lo guardo con calma, grazie! Io invece pensavo ti riferissi a Christopher McCandless, quello che ha ispirato il libro "Into the Wild" e che è appunto morto di fame. (Ci stava, però!)

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    4. ma dai, invece io non conoscevo lui !! si, ci stava effettivamente :)))

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    1. Ma no che non mi abbatto, figurati! D'altronde tutti hanno una possibilità, perfino gli insegnanti, come recita l'articolo del NYT di fianco alla tabella: "School teachers don't earn enough to make the top 1 percent on their own, but many live in 1-percent households, primarily through marriage." Basta trovare il marito giusto, insomma! ;-)

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  4. hai gia' trovato la soluzione, continuare a fare quello che ti piace e cambiare marito con qualche tizio dell'1% che nemmeno vedrai mai aggirarsi in casa! :-P

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  5. Secondo me i manager sono quelli che meritano di piu'. Anzi piu' manager emigranti italiani nell'1%!
    Dici che si nota che e' un commento di parte? hm..

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    1. Eh, no, allora vogliamo TUTTI gli emigranti italiani nell'1%!

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