venerdì 11 maggio 2012

L'ultimo prato

Come ho già scritto altre volte, la cosa che più mi fa soffrire dell'Italia è la devastazione del suo  - un tempo bellissimo - territorio. Sono cresciuta in una zona piena di prati e boschi, e ogni giorno vedo tagliare alberi (tanto che mi sono convinta che gli italiani soffrano di dendrofobia, un'ancestrale paura degli alberi che risale a un'antichità in cui il bosco era considerato un luogo pauroso dove vivevano i demoni. Il risultato è che, mentre in paesi più civili gli alberi vengono considerati utili e decorativi, qui vengono tagliati con grande voluttà) e ricoprire prati di cemento, per la costruzione di inguardabili condomini, deprimenti villette a schiera e capannoni postsovietici già cadenti e rugginosi prima ancora di essere terminati (e infatti spesso rimangono incompiuti, mostri non solo orrendi ma anche inutili). La cosa peggiore, oltre alla perdita di bellezza e di vita (un calo drammatico di certe specie aviarie, come per esempio i passeri, a causa della perdita di habitat), è il fatto che spessissimo questi obbrobri rimangono vuoti. 
La speculazione edilizia è una vecchia piaga italica cominciata nel dopoguerra, di cui parlava già Calvino nel 1963 con allarmante attualità nel libro intitolato appunto La speculazione edilizia. E sulla distruzione del patrimonio artistico, storico e paesaggistico italiano scriveva già il grande Antonio Cederna in I Vandali in casa (1965) e La distruzione della natura in Italia (1975). Ma negli ultimi dieci anni ci hanno dato dentro con una furia devastatrice degna di Attila, come se dovessero far al più presto tutto quello che c'era per non pensarci più.
Se volete saperne di più sul consumo di suolo, oltre che guardarvi intorno, potete partire dalla voce Wikipedia, che fra gli altri link vi rimanda all'ottimo sito Eddyburg.it

Ormai, quando vedo un angolo ancora intatto, anziché rallegrarmi penso che presto non ci sarà più. E di solito purtroppo non mi sbaglio. Ecco un esempio. Vedete il cartello "Vendesi"?



Questo è il terreno lì di fianco, che è stato venduto un po' prima.


Ed è tuttora in vendita.


32 commenti:

  1. Quanto odio queste cose!!!!!
    E sulla dendrofobia hai ragionissima! Anche io mi sono chiesta più volte perchè la gente si svegli un bel dì e abbatta alberi a più non posso.
    Pensa che il Veneto mi piace tanto perchè è pieno di verde. A volte mi scopro imbambolata ad ammirare un campo di papaveri o, semplicemente, le varie tonalità di marroni dei campi coltivati in mezzo al verde scintillante. Senza contare le fantastiche specie di volatili che vedo qui!Tipo l'airone cinerino, che adoro!
    Eppure spesso li guardo e penso "Godiamoceli, finchè durano. Perchè sicuramente tra un po qualcuno li raderà al suolo per fare l'ennesimo stuolo di villette a schiera".
    Sigh!!

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    1. Sono completamente d'accordo con te, Nega. Se cerchi "dendrofobia" su google troverai un sacco di esempi di alberi tagliati per motivi tipo "le foglie cadevano nella grondaia". Hai presente la storia degli "alberi killer"? Quelli piantati lungo le strade, contro i quali ogni tanto qualcuno va a sbattere e muore? Non è che si dice "mettiamo un divieto di velocità" o "aumentiamo i controlli sulle strade". No! Cosa scrivono i giornali? "Abbattiamo gli alberi killer"!

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    2. Verissimo!!!
      Come se in un omicidio dicessero "pistola killer" o "coltello killer". Che vergogna...
      Nel frattempo mi è venuto in mente di due magnifici pini che c'erano vicino a casa mia e che, dall'oggi al domani, sono spariti. Credimi, mi è pianto il cuore! Poi il motivo dell'abbattimento?Mboh...
      Scandaloso!!

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  2. Sigh! Che oscenità quel palazzone...
    Purtroppo anche io ne vedo sempre tanti quando vado in Italia, di questi mostri incompiuti e non, spesso cattedrali nel deserto...
    A mio avviso, una delle poche regioni preservate in tal senso, e realmente encomiabile per l'atteggiamento di rispetto verso il territorio (da cui tra l'altro trae grande beneficio economico), è la Toscana. Oasi felici si trovano anche in Basilicata (non c'è molto interesse a speculare laggiù).
    Per il resto, purtroppo, il sud è uno scempio.

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    1. Non tutta la Toscana, però sì, è vero, è la regione ancora meglio conservata. Sarà perché le zone più belle se le sono comprate gli inglesi, i tedeschi e gli americani? Non solo, credo. Ricordo l'incazzatura dei fiorentini quando abbatterono gli alberi di viale Morgagni per la costruzione della tramvia. Ho l'impressione che i toscani tengano molto alla loro bella regione, a differenza di tanti altri che se ne battono. Qui da me continuano ad abbattere alberi nei viali e nelle piazze: quattro ippocastani secolari che caratterizzavano la piazza di un paesino, ora nuda e brutta; una trentina di platani nella piazza del mercato buttati giù in un sol colpo (per la gioia dei mercatari, che adesso lavorano sotto il sole a picco) per aggiungere un paio di posti auto ("riqualificazione della piazza", l'hanno chiamata); intere colline disboscate per costruire su terreni geologicamente instabili o per offire vista lago ai villozzi retrostanti (in attesa della frana che, senza più le radici a consolidare il terreno, si porterà via collina e villozzo). Insomma, il nord è uno scempio quanto il sud. Per fortuna abbiamo le montagne, dove per adesso non hanno ancora imparato a costruire in verticale, come invece già fanno gli svizzeri.

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  3. Cara Silvia,
    L'Italia è il primo produttore al mondo di cemento armato, e il secondo consumatore dopo la Cina.
    Ecco in cosa eccelliamo...
    A me la cosa che manca di più, quando torno in Italia, è la natura.....

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    1. Ti capisco, Matteo! Se penso che a SF mi basta uscire dalla città e dopo venti minuti sono in mezzo a una serie interminabile di parchi, nazionali, regionali, statali, e tanto spazio, spazio, spazio...
      Quando ho accompagnato Franzen nel suo viaggio italiano per l'articolo sul bracconaggio, abbiamo visitato diversi parchi nazionali. E dovunque andassimo, a meno che non fosse un picco remoto o una palude di sabbie mobili, c'erano case (case recenti, eh, mica antichi casolari testimonianze della cultura locale). Lui si guardava in giro perplesso e diceva: "Ma come, questo è un parco? E perché ci sono tutte queste case?"

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  4. Prima costruiscono, poi vendono. Poi piangono perche' nessuno glielo compra.

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    1. Infatti, funziona proprio così (quando non c'è dietro qualcosa di peggio).

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    2. Ah sisi, adesso non me ne intendo di come fare il mafioso con la speculazione edilizia, ma parecchi sono proprio tonti e basta... prima costruiscono capannoni enormi tra i monti o in campagna, perche' magari ci abitano vicino e il terreno e' della famiglia, per cercare poi di venderli a qualcuno. Ma chi ha mai visto una fabbrica che produce qualcosa di competitivo lontano dalle aree industrializzate, dalle strade, da tutto? Qua di imprenditori campagnoli fai da te ce ne sono una secchiata e difatti e' pieno di quei cosi vuoti praticamente ovunque

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    3. Insomma, dove non arriva il mafioso ci pensa il mentecatto.

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  5. Hai ragione purtroppo....mi piange il cuore ogni volta che torno al mio paese e invece di prati e boschi vedo un nuovo Euronics...davvero una tristezza infinita.

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  6. Che dolore, Silvia! Per non parlare della piaga degli incendi estivi! Mannaggia a noi, abbiamo il pane, e che pane, ma i denti ormai sono tutti cariati........SIGH!

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    1. Infatti, è proprio questo che mi addolora di più. Il fatto che ci siamo sputtanati il paese più bello del mondo.
      E poi quando parlo con gli americani e cerco di spiegarlo, cerco di spiegare il dolore per il mio paese devastato, mi viene un nervoso tremendo perché quelli non capiscono un accidente. Ridono perché mi considerano un'eccentrica italiana che non ama il suo paese, oppure alzano le spalle e se ne vanno dicendo "Ma io sono stato in Italia, è un paese meraviglioso. Roma, Firenze, Venezia..."

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  7. Ho sentito pochi giorni fa alla radio (RadioMontecarlo) uno spot di Mister Planet che esortava ad acquistare mobili di legno coltivato proprio per salvaguardare gli alberi e le foreste.
    Interessante, no?

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    1. Sì, per fortuna ci sono gli esempi virtuosi, altrimenti cederei alla depressione :-)

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    2. No pero' Mister Planet che sta su Radio 105 ti fa' venire un nervoso assurdo, sai per come parla sia per come lo dice.
      Ad esempio in tono scherzoso ti viene a chiedere cosa cavolo ci stai a fare tutte le settimane su una "buffa bicicletta che non si muove", quando poi magari a lavoro ci vai in macchina.
      MA OOH c'e' a chi piacerebbe andare in bicicletta a lavoro o da qualunque altra parte ma e' costretto ad usare la macchina -.-' Sai no, che anche se si riferisse agli abitanti delle grandi citta', uno non puo' mica prendere 'na bicicletta e mettersi a pedalare sul raccordo anulare o sull'A14. Peggio ancora se per scegliere vie di campagna uno deve alzarsi alle quattro del mattino per attaccare alle 8.
      E' proprio una palla quell'omo che fa Mister Planet :-D almeno per me.

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    3. Oddio, Giacomo, mi diverti troppo quando c'hai la vena polemica (cioè sempre)!

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    4. E ma io sto sempre al volante e sentire 'sto sgorbio che parla con voce falsa (che rida' pure alla voce italiana di Robin Williams, sempre se non sia davvero lui a farlo) mi fa' venire i nervi!

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    5. Silvia hai visto che ora e' Michael Douglas in Un giorno di ordinaria foliia? Fantastico!!


      Grazie per la dendrofobia, non la conoscevo.

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    6. Sì, mi sa che se vado avanti a incazzarmi con tutto il vicinato lo imiterò presto!

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  8. Credo sia una combinazione di dendrofobia (hai ragione sugli "alberi killer") e del fatto che tanti italiani danno per scontato questo patrimonio (come quello culturale, peraltro) ed il fatto che ci sarà sempre, anche se non preservato. Ah, ovviamente, le plurime sanatorie edilizie concesse da certi governi non hanno certo aiutato...

    Sono cresciuto in una casa con un grande giardino, e con un nonno contadino che mi diceva sempre che era importante studiare, ma che non si doveva mai perdere contatto con la natura (fonte di sapere autentico). Non c'è niente come l'alternarsi delle stagioni per insegnare ad un bambino l'importanza della vita. Speriamo che gli italiani riescano a capirlo, prima che sia troppo tardi.

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  9. Su questo, ahimè, sono pessimista. Ci sono molte persone che si battono contro questo scempio, ma tanti, troppi non lo vedono o fanno finta di non vederlo. Eppure sarebbe l'unico vero patrimonio del nostro paese.

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  10. gia'.. che differenza con gli spazi aperti di qui :-(

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  11. E' come se ad un certo punto avessimo voluto far trionfare l'architettura dei geometri. Non capisco poi i capannoni. Ma quanti ne servono? e per forza cosi' orrendi?

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    1. Guarda, Emigrante, con me sfondi una porta aperta. Questa devastazione autolesionista di un territorio che era non solo bello, ma anche, di conseguenza, potenzialmente redditizio se sfruttato con un minimo di intelligenza, è secondo me la più inconfutabile dimostrazione della stupidità umana in generale e italica in particolare.
      I capannoni servono ai criminali che ci speculano sopra o ai ritardati di cui parlava prima Giacomo. E sono per forza così orrendi perché devono costare poco, così alla prima alluvione crollano.

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  12. La mia guida della Lombardia di inzio anni 2000 (Touring Club) nelle pagine iniziali riporta una carta regionale relativa al livello di edificazione del territorio. Le immagini sono due, una degli anni '50 e una degli anni '70. A vedere cosa è successo in quei vent'anni c'è da piangere. E se poi si pensa che da allora sono passati altri quarant'anni...

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    1. Il primo grave colpo al territorio è stato assestato nel dopoguerra, con la scoperta del cemento e l'inizio del suo uso dissennato. Gli anni '70 hanno la loro bella dose di mostri, e poi sono arrivati gli ultimi 10-15 anni in cui si è avviata una devastazione irrefrenabile, con la corsa alla conquista dell'ultimo pezzetto di terra edificabile senza alcuna considerazione non solo ambientale ed estetica, ma anche per la sicurezza delle persone che in quegli edifici sarebbero andate ad abitare o a lavorare. La mia sensibilità su questo tema è altissima, per me la cementificazione del territorio è la piaga più grave (con tutto quello che si porta dietro, in termini di corruzione, mafia, degrado...) del nostro paese.

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    2. Vale lo stesso per me in fatto di sensibilità. Credo che facciamo tutti bene a parlarne perché la cosa peggiore è che si cada vittime dell'ineluttabilità che le cose non si possano più cambiare.

      Quello che mi infastidisce, prima ancora di tutto, è l'aspetto matematico. Possibile che non ci si renda conto che il territorio è finito e non infinito? Prima o poi si potrà solo costruire in verticale (o andando verso il cielo o scavando sottoterra).

      Sul tema dell'inurbamento selvaggio, da noi, è come se si fosse creato un gigantesco effetto sangrìa: a un certo punto arriverà la sbronza quasi all'improvviso, e sarà colossale (con il rischio di un coma etilico senza ritorno).

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  13. Persino nel mio paese, Novellare, l'amministrazione è dendrofoba: sono 10 anni che non fan altro che tagliare il verde pubblico, e dire che si tratta di una giunta di sinistra e quindi più vicina idealmente agli ambienti verdi. Ma forse bisogna capirli: gli alberi, con tutta la loro ostentazione di verde, sono Leghisti e come tali fan piangere il cuore ai "nuovi italiani" immigrati dalle soleggiate e spendite piane dell'Africa, dove fino all'orizzonte non si trovano alberi a ferir l'occhio col loro verde.

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    1. La triste verità è che quando si tratta di devastare la natura cadono tutte le divisioni politiche, sociali, etniche e religiose. Come dice la Seconda Legge della Stupidità del grande Carlo M. Cipolla: "La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa."

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  14. Io mi ritengo ancora fortunata xchè Roma è abbastanza piena di verde,quanto meno se paragonata ad altre città,ma in linea di massima concordo assolutamente con te: sembra che se non vediamo ovunque palazzoni di cemento non siamo contenti...eh si che la maggior parte sono vuoti,invenduti e ,nella peggiore delle ipotesi,abbandonati.

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