mercoledì 14 novembre 2012

Quote of the day: Ai Weiwei sulla Cina


"Oggi i paesi occidentali sono molto cauti sui diritti umani e sulla situazione politica. Hanno bisogno di soldi. Ma ogni centesimo preso in prestito o ricavato dalla Cina è il diretto risultato della mancanza di diritti dei suoi cittadini. Con la globalizzazione e internet lo sappiamo tutti. Non fate finta di non saperlo. Vergogna a quei politici occidentali che sostengono di non essere responsabili. La situazione sta peggiorando, e continuerà a peggiorare."

Intervista ad Ai Weiwei su Newsweek, 21 novembre 2011



17 commenti:

  1. Una testimonianza verissima e tanto trascurata da diventare ogni giorno sempre più pericolosa. Un mondo sconosciuto, temerario e da temere che noi fingiamo di conoscere, ma è più lontano da noi di Marte. I nostri diritti, la nostra idea di società significano nulla nel loro pianeta.

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    1. In Tibet la gente si dà fuoco al ritmo di uno-due al giorno: bisognerebbe ricordarlo ogni volta che si compra un oggetto made in china perché costa poco. Perché se costa poco c'è un motivo.
      Come scriveva Dostoevskij, "siamo tutti colpevoli".

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    2. ma le code a scannarsi per prendere l'ultimo ipad le fanno fregandosene dei suicidi nelle fabbriche

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  2. Verissima la citazione: per quanto male se ne possa pensare l'Europa è ancora e sempre la" madre" del diritto e dello stato sociale. Sono orgogliosa di essere europea e credo che, anche in Cina, bisognerebbe comunciare a esportare "diritti" e pretendere una concorrenza alla pari. Solo così il mercato e il commercio sarebbe davvero equo.

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    1. Anch'io sono orgogliosa di essere europea, soprattutto da quando vivo parte dell'anno negli Stati Uniti. Dovremmo proprio crederci di più, in questa Europa tanto bistrattata.

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  3. Grazie per questo post, questa citazione e per la meravigliosa citazione di Dostoevskij. Io mi sento colpevole qui, in Europa, e anche là, in Asia. Diversi gradi di colpevolezza, ma sempre quella roba lì. Un abbraccio da un'umida impietosa Ravenna

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    1. Siamo lo stesso coinvolti, sì, per citare qualcun altro. Però almeno cerchiamo di tenere il tasso di colpevolezza più basso possibile.

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  4. Anch'io credo che si faccia finta di non sapere. Si guarda al prodotto e non tanto a quello che sta dietro. Sembra che non ci riguardi. E invece sono convinta che alla fine tutto questo ci si ritorcerà contro. Anziché andare in Cina puramente per stringere accordi commerciali, il compito dei politici occidentali dovrebbe essere quello di mettere sul tavolo una seria discussione riguardo i diritti umani. Ma forse è fantapolitica, visto che anche qui sembra che i diritti non piacciano più molto e vengano considerati quasi obsoleti. Il fatto poi che la Cina detenga una buona parte del debito pubblico americano mi sembra una vera ironia della sorte... tutti quegli anni a schierarsi su fronti opposti e poi... Sarà per questo che in Occidente la politica se ne sta zitta, perché ha bisogno dei loro soldi. Per non parlare delle varie votazioni all'ONU che non passano per il veto di Cina e Russia (altro capitolo). Mi rimane la speranza che l'opinione pubblica prima o poi insorga e che inizi a boicottare seriamente certi prodotti, famosi o no.

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    1. E' tutta sempre e solo una questione di soldi, mia cara. Almeno a quei livelli lì. Però almeno noi cerchiamo di non essere ipocriti, guardiamo in faccia le nostre responsabilità.
      Quando vieni a cena? :-)

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  5. Si riempiono la bocca di belle parole, ma poi, nei fatti, le ripudiano. Boicottaggio, è il solo modo che abbiamo per dissociarci. L'altro giorno ho sentito una cosa che non sapevo: sapete quanto durò il boicottaggio degli autobus, da parte dei neri, nella città di Montgomery, Alabama, dopo l'arresto di Rosa Park che si era rifiutata di cedere il suo posto ad un bianco? La bellezza di 382 giorni!
    Quindi, boicottiamo le marche che sfruttano il lavoro minorile in Cina, Tajlandia ecc.

    La citazione di Silvia è dalla Canzone di Maggio di de André. Ne riporto un paio di strofe:

    Anche se il nostro maggio
    ha fatto a meno del vostro coraggio
    se la paura di guardare
    vi ha fatto chinare il mento
    se il fuoco ha risparmiato
    le vostre Millecento
    anche se voi vi credete assolti
    siete lo stesso coinvolti.

    E se vi siete detti
    non sta succedendo niente,
    le fabbriche riapriranno,
    arresteranno qualche studente
    convinti che fosse un gioco
    a cui avremmo giocato poco
    provate pure a credevi assolti
    siete lo stesso coinvolti.
    ...

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    1. Sono d'accordo con te, Rose. Il boicottaggio è l'unico mezzo che abbiamo, e io ci credo molto.

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  6. Il Comune di Milano - sindaco di sinistra - ha rifiutato di dare la residenza onoraria al dalai lama (quando è venuto a Milano, nel giugno scorso) per non contrastare la potenza economica cinese.
    E comunque, è vero "siamo tutti colpevoli!"

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  7. A proposito di questa discussione, ho appena letto un'interessante intervista a Luciano Gallino (che trovate qui), in cui fra l'altro si dice:

    Negli anni Settanta i giovani gridavano lo slogan "Lavorare meno, lavorare tutti". A un certo punto lei parla dei sindacati, e fa una critica a livello non solo europeo, ma mondiale: «Non si è sentito nessun sindacato, o gruppo di sindacati, europeo o americano, alzare la voce per dire che era inaudito che il salario orario minimo in Cina fosse di 75 centesimi di dollaro; e che è scandaloso che aziende europee e americane protestino perché quell’innalzamento da 65 a 75 centesimi non permette più loro di operare con profitto...». È sicuramente vero. Ma perché accade? Si è persa la solidarietà di classe? L'egoismo, l'interesse particolare, ha contagiato anche il sindacato? È questa l'ennesima vittoria del pensiero dominante?

    «I sindacati hanno delle giustificazioni. La frammentazione delle attività produttive ha complicato l’attività sindacale. Un conto è avere un megafono per parlare a cinquemila operai tutti insieme, un conto è andarli a cercare in cinquanta fabbriche diverse con cento operai ciascuno. Però sì, a livello internazionale si è fatto poco. La necessità, adesso, è esportare diritti».

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  8. Io boicotto quando posso. Ho notato pero' che sta diventando meno raro trovare dei prodotti che non abbiano la targhetta Made in China.
    La cosa che mi sorprende e' che ora i cinesi abbienti preferiscano i prodotti importati dall'estero, in particolare dagli Usa, che siano anche loro attratti dal Sogno Americano?

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    1. Loro si arricchiscono e cercano la roba che costa di più, noi ci impoveriamo e cerchiamo quella che costa di meno...

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  9. Ma certo che tutti lo sappiamo, eccome se lo sappiamo.
    Stiamo correndo a braccia aperte verso la povertà.
    Il divario allargatosi in questi ultimi periodi di storia tra ricchi e poveri è davvero più preoccupante che mai. La ricchezza è concentrata nelle mani di un numero sempre più ristretto di persone e in meno paesi.
    Ciò nonostante credo che tutti siamo carichi di speranze e di altrettanti grandi timori.

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