mercoledì 16 novembre 2011

Amy Hempel on writing fiction

"But journalism taught me how to write a sentence that would make someone want to read the next one. You are trained to get rid of anything nonessential. You go in, you start writing your article, assuming a person’s going to stop reading the minute you give them a reason. So the trick is: don’t give them one. Frontload and cut out everything extraneous. That’s why I like short stories. You’re always trying to keep the person interested. In fiction, you don’t need to have the facts up front, but you have to have something that will grab the reader right away. It can be your voice. Some writers feel that when they write, there are people out there who just can’t wait to hear everything they have to say. But I go in with the opposite attitude, the expectation that they’re just dying to get away from me."


(The whole interview is great. ALL the Paris Review interviews are great.)

4 commenti:

  1. E' una maestra nell'arte di "getting rid of anything nonessential". Nei suoi racconti non c'è nulla che non sia strettamente necessario. A volte è efficace e "potente", a volte troppo "di maniera".

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  2. Sono d'accordo con te. Però mi accorgo, anche dopo averla tradotta, che più la leggo e più l'apprezzo.

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  3. è bravissima, sì. Io l'ho scoperta dopo aver letto questo articolo qui http://www.laweekly.com/2002-09-26/art-books/she-breaks-your-heart/1/
    Poi ho letto "The Harvest" e non ho potuto far altro che concordare...

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  4. Ah, sì, il buon vecchio Chuck ha scritto proprio un bel pezzo su di lei. "The Harvest" l'ho usato alla scuola Holden per la mia chiacchierata su Amy Hempel, e più ne parlavo e più mi rendevo conto di quanto è stato difficile tradurla! Ma anche una gran soddisfazione, lavorare su una scrittura così bella.

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