domenica 23 dicembre 2012

Revisionismo natalizio: dove nacque Gesù?

"Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo." (Luca 2:4-7)
Foto da qui
Questo è il resoconto evangelico della nascita di Gesù. Gli storici lo hanno studiato per capire meglio come sono andate le cose: ho trovato particolarmente interessante una teoria che rivelerebbe la presenza di un errore di traduzione nel testo evangelico. 
Innanzitutto, Luca non dice che Giuseppe e Maria arrivarono a Betlemme giusto in tempo per il parto. Anzi, sembrerebbe strano che avessero deciso di intraprendere il lungo viaggio da Nazaret nell'ultima fase della gravidanza, e Luca lo conferma quando scrive "Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto". 
Poi c'è la famosa questione dell'albergo/stalla. Nel Vangelo non c'è nessun oste che dice a Giuseppe e Maria che la sua locanda è piena. Il motivo per cui questa scena è entrata nella tradizione è che in genere i traduttori hanno scelto la parola "albergo" per tradurre la parola greca καταλυμα (kataluma), che significa anche “riparo”, “zona notte”, oppure indica una camera in una casa privata. Inoltre lo stesso Luca, in 10:34, usa una parola diversa per indicare "albergo", quando scrive che il Buon Samaritano accompagna alla "locanda" (πανδοχειον, pandocheion) l'uomo aggredito dai briganti. E poi Giuseppe era originario di Betlemme, e sembrerebbe strano che la sua famiglia si fosse rifiutata di ospitare la moglie in travaglio. 
Insomma, Giuseppe e Maria tornarono a Betlemme per via del censimento (Luca 2:1-4), e visto che la casa della famiglia di Giuseppe era affollata di parenti e la camera degli ospiti (kataluma) era occupata, vennero mandati a dormire al piano inferiore della casa, dove spesso venivano ricoverati gli animali per proteggerli dal freddo. Ed ecco qui il presepe. Niente bue e asinello (e niente grotta), che non sono citati in nessun vangelo canonico ma appartengono a una tradizione risalente a san Francesco d’Assisi. Maria probabilmente diede alla luce Gesù al piano inferiore della casa della famiglia di Giuseppe, poi avvolse il bimbo in fasce e lo depose in una mangiatoia (anche l'uso della mangiatoia come culla era piuttosto diffuso, all'epoca).

Per un'altra storia sugli errori di traduzione nella Bibbia, si veda il post Il traduttore che scambiò una corda per un cammello.

25 commenti:

  1. Io sapevo quella del "cammello nella cruna dell'ago" che in realtà non è un cammello ma una "gomena" la corda che si usa sulle navi.
    Sto leggendo un po' dei tuoi post indietro, ho tanto da recuperare e tanto da scoprire!

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    1. Ah, ecco, grazie che me l'hai ricordato, avevo fatto anch'io un post su quella storia. Adesso metto un link.

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  2. Insomma Gesù è nato a casa dei nonni...

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  3. "A casa dei nonni".... come succederebbe adesso in un mondo in cui i giovani sposati non riescono, per problemi economici, a lasciare la casa dei genitori. Mi dispiace, invece, per il bue e l'asinello, protagonisti di tanti dipinti di Natività.
    Sul presepe di San Francesco c'è un bellissimo affresco di Giotto: certo se anche la storia non è vera, era ben trovata!

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    1. Questa versione rende tutto molto più attuale, vero? Il bue e l'asinello non è detto che non ci fossero, visto che il piano inferiore della casa era effettivamente usato anche come stalla. Solo che non sono citati nei vangeli.

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  4. A Betlemme c'è effettivamente una casa con tante stanzette/grotte al piano inferiore, dove la tradizione pone la nascita di Gesù: un posto raccolto, protetto, fresco d'estate caldo d'inverno. Adesso pieno di altari e altarini, ma rende l'idea di come potesse essere stato effettivamente. Ci si dimentica sempre che il parto non è mai stata cosa pubblica, anzi, necessitava di raccoglimento. La donna che travaglia di solito non ha molta voglia di vedere la folla di parenti che la osserva, per cui l'idea della zona più intima della casa era probabilmente l'ideale.
    Concordo assolutamente con la tua interpretazione! :-)

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    1. Be', non è proprio mia, ma diciamo che mi sembra convincente!

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  5. A casa dei nonni mi sta benissimo, ma lasciaci bue ed asinello non fare il JR della situazione, di scarpette rosse ne basta uno, mi fido più di San Francesco che di lui in fatto di cristianità,Silvia Pareschi in scarpe di prada non me la vedo proprio ;)

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    1. Argh, qui c'è qualcosa che mi sfugge, Amanda! Comunque il bue e l'asinello rimangono a furor di popolo, e quanto alle scarpe... Prada? Che roba è?

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    2. Nell'ultimo suo libro JR (Joseph Ratzinger) elimina con un colpo di spugna bue ed asinello, non trova di meglio, sono argomenti stringenti per la cristianità di questi tempi

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    3. Ah, ecco, ora è tutto chiaro. Ok, sono, d'accordo, lunga vita al bue e all'asinello!

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    4. Il bue proprio non lo immagino in quelle zone. Forse un asinello e una pecora, o due asinelli come nel mio presepe. :)

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    5. E' vero, il tuo fantastico presepe bi-asinuto :-D

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  6. uno dei pochi testi critici sulla storiografia della nascita del Cristianesimo , interamente basato e redatto con l'utilizzo di documenti storici e non su leggende o presunzioni varie, colloca la nascita di Gesù con buona approssimazione proprio a casa dei nonni (Inchiesta sul Cristianesimo- Augias/Cacitti).

    ma come gli americani per le armi, volutamente la Chiesa lascia da parte ben volentieri le ragioni per favorire le illusioni.

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    1. Grazie della segnalazione, Barbara, sembra un testo davvero interessante. Tutti d'accordo sulla casa dei nonni, insomma! :-)

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  7. Vorrei aggiungere che la topografia di Betlemme giustifica questa interpretazione, perché la chiesa della natività si trova in pieno centro del paese, su un piccolo promontorio, più adatto a case abitate che a fattorie e agricoltura, che in Palestina si trova più spesso giù nel wadi, nella valle. (La caverna dei pastori per esempio, che è veramente interessante, si trova molto più giù.)

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    1. Grazie, Marina. Sembra proprio che stiamo sgombrando il campo da ogni possibile dubbio :-)

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  8. Va bene. Visto che siamo in tema di revisioni storiche, chiediamoci anche in che periodo dell'anno nacque Gesù. Possibile che i Romani avessero indetto un censimento in pieno inverno, obbligando migliaia di persone a viaggiare per tornare nei luoghi d'origine, nel clima freddo e piovoso che c'è in Palestina a dicembre? Inoltre, i vangeli dicono che i pastori tenevano ancora le greggi all'aperto di notte. E' verosimile che lo facessero d'inverno?

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    1. Ci sono discussioni anche su questo? Non lo so, io mi limito ai problemi di traduzione, però a naso direi che forse i romani non si preoccupavano eccessivamente della salute dei loro sudditi. Il secondo punto mi sembra senz'altro più convincente.

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  9. Di errori ce ne sono tanti: traduci, traduci, traduci... e come nel gioco del telefono senza fili, qualcosa anche di fondamentale, cambia magicamente di significato!
    Conosci Alberto Maggi? Ecco uno storico e filologo che la sa lunga!

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    1. Ha scritto dei libri interessantissimi!

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    2. Io sono andata anche a sentirlo dal vivo un paio di volte e sono sempre rimasta soddisfatta: altro che lezioni di catechesi! Lui sì che la sa lunga e mica si inventa niente...

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  10. Buon Natale e Felice Anno Nuovo!
    Nizhonigo Keshmish Baahózhó Doo Nínanahí! (Navajo)
    Tsaa Nu̶u̶sukatu̶̲ Waa Himaru̶! (Comanche)
    Häid Jõule ja Head Uut Aastat! (Estone)

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  11. Eh, vabbè, allora non posso essere da meno!
    Tsotsil: Xmuyubajuk ti avo'one ti ta k'ine xchu'uk ti ta ach' jabile.
    Romansh: Legreivlas fiastas da Nadal ed in bien niev onn!
    Mongolo: Танд зул сарын баярын болон шинэ жилийн мэндийг хүргэе (con audio)
    (Da qui)

    Tanti auguri!!

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