Il falso nell'arte raccontato, dai tempi antichi ai giorni nostri, attraverso sei profili di famosi falsari, le cui storie si ricollegano a tematiche più ampie sul ruolo del falso nella società. Il libro si apre con Andrea del Sarto che falsifica un capolavoro di Raffaello su richiesta dei Medici, e prosegue con le storie appassionanti di Han van Meegeren, che con i suoi falsi Vermeer ingannò Hermann Göring, dell'inglese Eric Hebborn, artista frustrato che cominciò a produrre falsi per dimostrare l'ignoranza dei critici, e poi di Alceo Dossena, Lothar Malskat, Elmyr de Hory e Tom Keating.
Secondo Keats, i falsari d'arte mettono in discussione l'arte "legittima" del loro tempo, sconvolgono lo status quo, e affrontano provocatoriamente molte delle ansie della cultura contemporanea. Il falso - e la nostra reazione a esso - ci rivela qualcosa su come cambiano i concetti di creatività, identità, integrità, autenticità e successo, e sul nostro modo di assegnare un valore alle opere d'arte. Il libro si conclude con uno sguardo al rapporto tra arte contemporanea e contraffazione.
Questa è la pagina del libro sul sito della Oxford University Press, e questa la pagina Amazon.
Qui e qui trovate la storia di Lothar Malskat. Qui e qui quella di Eric Hebborn (in inglese).
Qui e qui trovate la storia di Lothar Malskat. Qui e qui quella di Eric Hebborn (in inglese).
Argomento molto interessante! Invece in Corsica quest'estate ho visto una mostra sui falsi, le copie d'autore ecc... più che altro rinascimentali, alla fondazione Fesh.
RispondiEliminaSì, è un argomento non molto esplorato ma sempre affascinante.
Eliminaai critici l'ardua sentenza io mi limito a godere delle cose che mi aprono il cuore
RispondiEliminaDi Han van Meegeren ho letto la biografia scritta da Edward Dolnick. Arte (anche se falsa) e Seconda Guerra Mondiale sono per me la perfetta combinazione!
RispondiEliminaUn argomento suggestivo: mi sono innamorata dei falsari, e in particolare di Elmyr de Hory, da quando vidi il film" Fake" di Orson Welles ( a suo modo anche lui un falsario). Non appena il libro esce in italiano, sarà mio. A quando la traduzione?
RispondiEliminaAnche noi abbiamo visto il film, naturalmente, mentre Jonathon stava scrivendo il libro. A lui è piaciuto, a me meno, perché mi è sembrato troppo egocentrico persino per Orson Welles.
EliminaQuanto alla traduzione, mah, per adesso non si sa ancora nulla...
Che libro interessante!! Pensa che anch'io sono affascinata dai falsari d'autore! In casa ho un Klimt di (ovviamente falso)!!
RispondiEliminaPotremmo metterlo in appendice al libro!
EliminaBeh, se lo traduci in italiano.. l'argomento, anche il modo in cui è affrontato, sembra interessante. Soprattutto mi piace quell'idea di dimostrare l'ignoranza dei critici ;)
RispondiEliminaGià, e soprattutto scritto da lui che è un critico! ;-)
Elimina"Fake" lo vidi anch'io, all'università. Gran film. Su originale e falso, o per meglio dire 'originale e copia' ha scritto cose interessantissime anche Philip Dick nei suoi romanzi.
RispondiEliminaMa questo "Forged" di Keats, sarà un originale?
Mah......
:-)
Il "dramma" dei falsari, dei copioni, degli imitatori, dei doppiatori e - spero che tu non ti offenda - dei traduttori. Tutte queste categorie sono accomunate dalla percezione generale che si tratti di esseri senza personalità o senza sentimenti. Purtroppo solo in pochi sanno scoprire la forte individualità di coloro che lavorano sul lavoro di altri. E che spesso li superano.
RispondiEliminaNo, non mi offendo, anzi! :-)
EliminaViviamo in un'epoca in cui tutto viene piratato, contraffatto e copiato. A volte, molto bene. Ci voleva questo libro, per riflettere sul concetto di arte e originalità. Bravo Jonathon! Voglio vedere se c'è già l'ebook. :-)
RispondiEliminaCredo proprio di sì!
EliminaGrazie, Silvia. L'ho visto. Per fortuna è su Amazon. Mi sto rendendo conto che gli ebook reader hanno dei limiti notevoli, richiedendo un certo formato. Lo prenderò sicuramente. Ora sto leggendo "Di cosa parliamo, quando parliamo di Anne Frank" - un livro "vero", bella veste editoriale, copertina rigida, sovracopertina ;-)
EliminaChe bello, Silvia! Come mi piacciono le storie ambientate in contesti geografico/storico/culturali diversi e così caratterizzati! Il primo racconto poi è straordinario e ti mette davanti a tante contraddizioni e conflitti interiori che potrebbero essere di chiunque di noi. Englander è davvero un grande autore. Mi piacerebbe leggere anche i suoi saggi, ma dovranno aspettare il loro... turno. Tu sei sempre bravissima. Grazie! :-)
Grazie Rose, sì, il primo racconto è proprio splendido, ma vedrai che ce ne sono altri bellissimi. Io ho amato molto anche "Colline sorelle" e "Frutta gratis per giovani vedove".
EliminaSì. "Colline sorelle" è quello a cui mi riferivo per l'ambientazione. La cultura ebraica è affascinante e i conflitti ebraico/palestinesi andrebbero letti anche alla luce dei fatti relativi alla nascita della nazione ebraica. Per capire, intendo.
RispondiEliminaQuestione complicatissima, chissà quando se ne vedrà una soluzione. Però ci sono situazioni storiche odiose che sembravano irrisolvibili e che poi invece si sono risolte, per cui continuiamo a sperare (intanto, che eleggano un altro primo ministro).
EliminaTi ho risposto, ma, al momento del "pubblica", mi ha detto che "Il commento non dev'essere vuoto". Boh!
RispondiEliminaBlogger è un cretino. Sta facendo scherzetti stupidi ai commentatori.
Elimina